I falsari by David Parenzo

I falsari by David Parenzo

autore:David Parenzo [Parenzo, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2019-04-07T22:00:00+00:00


BIPOLARISMO ISTITUZIONALE SUL GLOBAL COMPACT

Oltre a Giorgia Meloni, anche il governo gialloverde non sta collaborando a rendere la situazione meno complicata. C’è un episodio al limite del comico che merita di essere raccontato e che spiega bene come i nostri rappresentanti stiano gestendo le cose in materia di migranti, ed è la questione del Global Compact for Migration, il patto straordinario definito a livello internazionale, allo scopo – si legge – «di garantire una migrazione sicura, ordinata e regolare».

È mercoledì 26 settembre 2018 e a New York c’è quel meraviglioso clima da fine estate che anticipa l’arrivo del rigido inverno. Il cielo è terso e le foglie degli alberi di Central Park iniziano a ingiallire, mentre manager in tuta e scarpe da ginnastica fanno il loro consueto jogging. Ma a pochi chilometri, nel Palazzo delle Nazioni Unite, è atteso il primo intervento del premier italiano in carica Giuseppe Conte davanti ai rappresentanti di tutto il mondo.

Il nostro presidente del Consiglio è vestito di tutto punto: ottimo abito sartoriale, camicia bianca (come si usa tra capi di Stato internazionali), cravatta blu di fattura partenopea e pochette bianca nel taschino. Ha con sé un paio di fogli scritti al computer che contengono parole definitive e granitiche in materia di immigrazione in perfetto inglese. Conte prende la parola e, senza tradire neppure un pizzico di emozione, nello stesso luogo in cui prima di lui parlarono personaggi come Michail Gorbačëv, Yitzhak Rabin e Barack Obama, dichiara solennemente: «L’Italia è stata spesso lasciata sola nella gestione del fenomeno migratorio, per questo, consapevoli del fatto che questi fenomeni richiedono una risposta strutturata, multilivello, di breve, medio e lungo periodo da parte dell’intera comunità internazionale, noi sosteniamo il Global Compact su migrazioni e rifugiati».

Seguono applausi, pranzo di gala come si conviene in queste occasioni, e poi tutti a casa.

Passano due mesi, è il 28 novembre e siamo alla vigilia della firma dell’accordo, che avverrà a Marrakech di lì a poche ore. Matteo Salvini si trova in Parlamento, dove sta vigilando sull’approvazione del decreto Sicurezza, esce qualche istante dall’aula, passa alla buvette a prendere un caffè e, chiacchierando con i giornalisti tra un sorso e l’altro, rivela che l’Italia non andrà a Marrakech e non firmerà nessun accordo: «Contesto a questa risoluzione dell’Onu il fatto che tutti gli immigrati siano uguali, per me chi scappa dalla guerra è un dovere che sia accolto, però non è che se uno scappa perché scappa o viaggia perché viaggia, in Italia ci dobbiamo fare carico di tutto il mondo, anche perché voglio ricordare che abbiamo tre milioni di disoccupati e tre milioni che il lavoro neanche lo cercano più, quindi se io dico prima gli italiani è perché riservo il giusto spazio ai pochi richiedenti asilo ma non è che per tutti gli altri posso trovare alberghi o appartamenti o agriturismi».

Immaginatevi la faccia di Conte nel suo ufficio, con la valigia già pronta per il Marocco, nell’apprendere dalle agenzie di stampa lo stop al suo viaggio.

Siccome però l’avvocato del popolo è



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